Expandere 2015, aziende a confronto sulla clausola di mediazione civile e di arbitrato

19 Giugno, 2015

L’avv. Giovanni Giangreco Marotta ad Expandere 2015

Incontrarsi, conoscersi e dirsi di sì. No, non è uno spot matrimoniale, ma il clima che ha caratterizzato la quinta edizione di Expandere 2015 svoltasi a Roma, nel Salone delle Fontane all’Eur, il 18 giugno 2015.

La manifestazione, ideata dalla Compagnia delle Opere per le imprese di Lazio e Roma, ha raccolto l’entusiastica adesione di circa 200 aziende che si sono incontrate in una full immersion di scambi di conoscenze nel rispettivo settore di competenza, di progetti sinergici e di workshop all’avanguardia. In pratica, malgrado la maggior parte delle imprese fosse radicata nel territorio laziale, anche un buon numero di imprese sono arrivate dal resto d’Italia, a conferma della bontà dell’evento.

La giornata è stata caratterizzata da fermenti mentali propositivi, lanciando segnali di direttive innovative per il futuro: si è toccata con mano la voglia di cambiare e di accompagnare il processo di crescita, ancora embrionale, che sta attraversando il nostro Paese.

Un momento di incontro ad Expandere 2015

I settori di attività sono stati degnamente rappresentati nella loro totalità, dall’informatica al turismo, dal non profit ai servizi, dall’edilizia alla finanza, dall’agroalimentare al marketing, dall’energia alla telefonia, dal legale all’assicurativo, insomma un coacervo di competenze variegate di un’impresa italiana sempre presente sul mercato, anche e forse di più in questi periodi critici, imprese che si sono confrontate in accesi speed matching e più colloquiali pour parler esplorativi.

Non poteva mancare all’appello Primavera Forense che, grazie all’idea innovativa del suo presidente, l’avv. Giovanni Giangreco Marotta, ha portato all’attenzione degli interessati lo strumento della clausola di mediazione civile ed arbitrato inserita nei contratti tra aziende, o tra aziende e privati, o tra professionisti, o tra professionisti e clienti (vedi contratto d’opera professionale per avvocati), che di fatto costituisce la chiave universale scardinante la mai risolta questione del recupero crediti.

Nel workshop «Recupero dei crediti veloce ed economico con la giustizia alternativa» il Presidente Marotta ha perspicuamente spiegato i vantaggi di questo tipo di soluzione per l’aziende sotto il duplice profilo dell’abbattimento dei costi e del risparmio di tempo rispetto alla soluzione che ben conosciamo, purtroppo negativamente, della clausola del Foro competente.

Proprio per questo si parla di giustizia alternativa, un vero e proprio orizzonte salvifico per tutte le imprese alle prese con questo tipo di problematica. Inoltre, non va sottaciuta la riespansione del potere delle parti, quella famosa autonomia negoziale che troppo spesso rimane lettera morta nella contrattualistica attuale.

Nel workshop di Primavera Forense fondamentale è stata la testimonianza di un’azienda che ha sposato il progetto della clausola med.arb.

Il suo titolare ha lanciato, in base alla sua esperienza, messaggi inequivocabili, parlando di clausola pro business, di strumento di rating preventivo della controparte: sotto il primo aspetto è chiaro il riferimento ai vantaggi economici che offre la clausola per le aziende che decidono di inserirla nei loro contratti al posto della clausola del Foro competente; sotto il secondo si vengono a testare la qualità e la solvibilità dell’altro contraente già in fase di trattative, in quanto la stipulazione della clausola med.arb. rappresenterebbe un indice di potenziale virtuosità del contraente stesso.

D’altronde, come ha giustamente illustrato il presidente Marotta, non va trascurata una delle conseguenze della sottoscrizione della clausola med.arb. e cioè l’effetto dissuasivo dell’inadempimento per chi contrae e sottoscrive la clausola stessa: come dire che chi nicchia o la rifiuta di sottoscrivere non sembra apparire un contraente affidabile.

In pratica, con la clausola med.arb. torna ad essere il creditore la parte forte e non certamente il debitore, come capita spesso e volentieri nei rapporti commerciali attuali; è di fatto un ritorno alla giustizia e alla bona fides che sono al centro di ogni cambiamento culturale e di cui tutti siamo gli artefici e i protagonisti.

Espandere questo messaggio è un segnale di crescita condivisa che va al di là del mero lato economico. Di questo tutte le aziende ne sono consapevoli.

Carlo Cagnetti

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